(fino al 1972
Ceylon). Stato (65.610
kmq; 19.409.000 ab.) insulare dell'Asia, nell'Oceano Indiano; è situato a
Sud-Est dell'India, da cui è separato dallo stretto di Palk. Capitale:
Colombo. Città principali: Dehiwala-Mount Lavinia, Kotte, Moratuwa,
Jaffina, Kandy. Ordinamento: Repubblica presidenziale. Il presidente della
Repubblica, che è capo del Governo, è eletto a suffragio
universale e dura in carica sei anni, al pari della Camera dei rappresentanti,
costituita da 225 membri. Moneta: rupia. Lingue ufficiali: singalese e tamil;
è parlato anche l'inglese. Religione: buddhista, con forti minoranze
induiste, musulmane e cristiane. Popolazione: è per l'82% di etnia
singalese; esistono minoranze di Tamil, Mori, Malesi, Burgher ed Europei. Nelle
regioni montuose vivono gruppi di Vedda, resti della popolazione
autoctona.
GEOGRAFIA
L'isola di
S.L. ha coste occidentali
piuttosto basse, fiancheggiate da cordoni litoranei con lagune; a Est, invece,
le coste sono frastagliate e costellate di isolette. A Nord si estende il ponte
d'Adamo, una serie di scogli e banchi sabbiosi che rendono disagevole l'approdo.
I principali massicci montuosi sono situati nella zona centro-meridionale e sono
il Pidurutalagala (2.524 m), il Kirigalpotta (2.395 m) e il Picco d'Adamo (2.243
m). I fiumi sono numerosi ma assai brevi, ad eccezione del Mahaweli Ganga (350
km). Il clima risente della vicinanza dell'Equatore ed è, perciò,
assai caldo e umido, con escursioni termiche minime. Il monsone di Sud-Ovest,
che comincia a soffiare a metà maggio, causa abbondanti precipitazioni,
così come quello di Nord-Est, che gli subentra ai primi di novembre.
Rigogliose le foreste montane (anche se in diminuzione), con sottobosco a liane;
diffusa anche la savana, qui detta
patana. La fauna selvatica, in
particolare gli elefanti, sta lentamente scomparendo, anche se permane un buon
numero di ghepardi, leopardi e scimmie.
Cartina dello Sri Lanka
Processione buddhista ad Anuradhapura (Sri Lanka)
ECONOMIA
Pur essendo coltivato solo un quinto della
superficie complessiva dell'isola, è l'agricoltura a costituire la
risorsa principale della popolazione. Molto estese sono le risaie (coltivate per
irrigazione), le piantagioni di cocco e le piantagioni di tè, di cui
Ceylon è il secondo produttore mondiale; prodotti destinati
all'esportazione sono pure il caucciù, il tabacco, il cacao e la
cannella. Modesto l'allevamento, che si concentra su bovini e caprini, e la
pesca, che è esclusivamente costiera. Di rilievo le risorse minerarie per
la presenza di pietre preziose (topazi, rubini, zaffiri), anche se mancano
minerali utili alla produzione industriale. Tra le industrie le più
importanti sono quelle tessili e dell'abbigliamento; sviluppate sono anche
quelle che lavorano i prodotti agricoli, forestali e ittici; numerosi sono, poi,
gli oleifici. In fase di espansione è il turismo.
STORIA
Abitata in epoca preistorica da tribù
Vedda, l'Isola di Ceylon conobbe una massiccia immigrazione di varie popolazioni
dell'India nei secc. VI-V a.C., che diedero vita nel corso dei secoli a un Regno
singalese a Sud e a un Regno tamil a Nord. Primi Europei a sbarcarvi furono nel
1505 i Portoghesi, che sottomisero i due Stati, mentre un nuovo Regno singalese,
il Regno di Kandy, si venne a costituire all'interno dell'isola. Nel 1658 i
Portoghesi furono cacciati dagli Olandesi, i quali, a loro volta, furono
allontanati nel 1796 dagli Inglesi. Divenuta colonia della Corona nel 1802 e
ampliata nel 1815 con l'assoggettamento del Regno di Kandy, nel XX sec. Ceylon
ottenne dapprima un Consiglio rappresentativo (1931), quindi una nuova
Costituzione di tipo parlamentare (1946) e, infine, l'indipendenza nell'ambito
del Commonwealth (1948). Le redini del Governo furono inizialmente assunte dai
partiti conservatori, tra i quali lo United National Party (UNP) di Stephen
Senanayake (primo ministro fino al 1952); difficoltà economiche
favorirono nelle elezioni del 1957 la vittoria dello Srī Lanka Freedom
Party e l'ascesa al potere del suo leader Solomon Bandaranaike. Questi
attuò una politica moderatamente riformista, ma alcuni provvedimenti
favorevoli all'etnia singalese (quali il riconoscimento del singalese come unica
lingua ufficiale o i provvedimenti volti a rafforzare l'identità buddhista) determinarono
forti tensioni con la minoranza tamil, di religione induista. Quando Bandaranaike
decise di attenuare il rigore di questa linea politica nazionalista,
venne assassinato per mano di un estremista buddhista (1959). La sua eredità fu
raccolta dalla vedova Sirimavo Bandaranaike che, vinte le elezioni del 1960, fu
eletta capo di un nuovo Governo di sinistra, divenendo il primo premier donna al
mondo. Neutralista in politica estera, riformista e pianificatore sul fronte
interno, il Governo dovette far fronte a numerose difficoltà economiche,
finendo per perdere l'appoggio popolare alle elezioni del 1965. Il nuovo Esecutivo
a maggioranza conservatrice guidato da Dudley Senanayake perseguì per un quinquennio una
politica liberista e filo-occidentale; le elezioni del 1970 restituirono il potere alla
Bandaranaike, che nel 1972 fece approvare una nuova Costituzione, fondando la Repubblica
socialista di
S.L. La Bandaranaike si trovò, però, a gestire
una situazione economica che si era venuta complicando a seguito della crisi
energetica; le accresciute tensioni sociali sfociarono in una rivolta
organizzata da un gruppo di estrema sinistra (il Fronte di liberazione popolare,
FLP) che la Bandaranaike riuscì a stroncare non senza realizzare
un'involuzione autoritaria. Minata da contrasti interni, la coalizione delle
sinistre fu sconfitta alle elezioni del 1977; capo del Governo divenne il leader
dell'UNP Junius Richard Jayewardene che, dopo l'adozione di una Costituzione
presidenzialista, fu eletto l'anno seguente presidente della Repubblica. Jayewardene
reintrodusse l'economia di mercato, ma non riuscì a impedire che i mai sopiti contrasti
tra Singalesi (buddhisti) e Tamil (induisti) sfociassero nel 1983 nella guerra civile.
Dapprima apertamente schierato a favore dei Singalesi, il Governo accolse, in un secondo
momento, alcune rivendicazioni tamil, quale la proclamazione del tamil come lingua
ufficiale del Paese in aggiunta al singalese. La situazione sembrò normalizzarsi anche in
ragione di un accordo con l'India (che appoggiava le istanze tamil) per la costituzione
di una forza indiana di interposizione da stanziare nello
S.L. settentrionale
(1987). Ma l'intervento indiano fu contestato sia dalle Tigri per la liberazione del
Tamil Eelam (LTTE), sia dalle forze nazionaliste singalesi, che non esitarono a lanciare
una violenta campagna terroristica stroncata nel sangue dal Governo (1989). Dopo
l'assassinio nel 1993 del presidente della Repubblica Ranasinghe Premadasa (subentrato
nel 1988 a Jayewardene), nel 1994 fu eletta alla massima carica dello Stato Chandrika
Bandaranaike Kumaratunga, appartenente al partito Freedom Alliance (FA), figlia di
Solomon e Sirimavo Bandaranaike. Costituito un Governo di coalizione di orientamento
progressista, ne pose alla guida la madre Sirimavo. Il nuovo Esecutivo, falliti i negoziati
con le LTTE, nel 1995-96 lanciò nel Nord del Paese una violenta offensiva che lo condusse
a riacquistare il controllo dell'area. Tuttavia il peso del conflitto intaccò pesantemente
il bilancio pubblico, influendo negativamente sul turismo. Nel 1997 venne concluso un
accordo tra la Kumaratunga e Ranil Wickramasinghe, nuovo capo dell'UNP, con cui
si assecondavano richieste e aspettative della minoranza tamil, ma l'offensiva dei
guerriglieri non si placò, culminando in un attentato dinamitardo a
Colombo e facendo registrare una recrudescenza della guerra (1998). Le elezioni
politiche del 1999 riconfermarono al Governo la Kumaratunga. Nel corso del
1999-2000 i guerriglieri inflissero forti perdite alle truppe governative,
conquistando alcune zone strategiche e tagliando le comunicazioni e i
rifornimenti; il Governo decise di proclamare lo stato di emergenza nel
Paese. Nell'ottobre 2000, dopo una campagna elettorale contrassegnata da una
serie di attentati, le elezioni legislative terminarono con la vittoria del FA,
il partito della presidente, la quale formò un nuovo Governo, in
cui entrarono anche le LTTE. Nel febbraio 2001 la Gran Bretagna decise di inserire le Tigri
Tamil tra le organizzazioni terroriste. In aprile i Tamil attaccarono un cargo
carico di armi e materiale militare proveniente dalla Repubblica Ceca, mentre negli
scontri che si verificarono nella penisola di Jaffna tra truppe governative e ribelli
morirono oltre 300 persone. A luglio, dopo aver perso la maggioranza parlamentare,
la presidente Kumaratunga decise di sospendere il Parlamento per evitare un voto di
sfiducia. In luglio le Tigri sferrarono nuovi attacchi, dapprima contro la base militare
di Bandaranaike, poi contro l'aeroporto internazionale di Colombo; la risposta governativa
non si fece attendere, non sortendo tuttavia l'effetto di fermare questa nuova offensiva
dei Tamil, che a ottobre lanciarono l'ennesimo attacco suicida contro una petroliera. Nel
dicembre 2001 le elezioni per il rinnovo del Parlamento, caratterizzate da intimidazioni
e violenze, furono vinte di stretta misura dall'UNP di Wickramasinghe,
nominato primo ministro. Nel febbraio 2002, grazie all'intervento della Norvegia,
il Governo e le Tigri Tamil firmarono un trattato di cessate il fuoco permanente cui seguì,
nel dicembre dello stesso anno, a Oslo, l'accordo per la condivisione del potere. Le
prospettive di soluzione positiva del problema però si interruppero nell'aprile 2003, quando
le Tigri sospesero la loro partecipazione ai colloqui di pace perché considerarono la
loro posizione marginale rispetto a quella governativa. Il 2 aprile 2004 si tennero le elezioni
parlamentari, anticipate a causa dei contrasti tra la presidente Kumaratunga, appartenente
al partito di sinistra FA, e il primo ministro Wickramasinghe, del partito di destra UNP.
Le consultazioni sancirono la vittoria della coalizione formata dal FA e dal JVP (conosciuto
anche con il nome di People’s Liberation Front), formazione nazionalista cingalese di
ispirazione marxista. Ma non avendo la maggioranza numerica, i due partiti cercarono appoggio
presso gruppi politici minori, allo scopo di ottenere sufficienti seggi parlamentari per
governare. Si creò così un clima di generale incertezza. Nel dicembre 2004 lo
S.L. fu
colpito da un devastante tsunami che causò decine di migliaia di morti e di dispersi. Il
maremoto, provocato da un forte sisma di magnitudo 9 della scala Richter con epicentro al
largo della costa nord-occidentale di Sumatra, interessò molti Stati del Sud-Est
asiatico. Nonostante le lentezze del processo di ricostruzione e la difficoltà di
fornire aiuto alle regioni settentrionali, controllate dalle Tagri Tamil, lo
S.L. si risollevò. Il 17 novembre 2005 si tennero le elezioni presidenziali,
che decretarono la vittoria del socialista Mahinda Rajapakse, con uno scarto di
appena il 2% sul secondo candidato, l'ex primo ministro e leader dell'opposizione
Wickramesinghe. Il neopresidente si impegnò a riavviare i negoziati con i ribelli
Tamil delle LTTE (che dal 1983 si battono per ottenere l’autonomia dei territori
nord-orientali dell’isola, sotto il loro controllo), nonostante si fosse presentato
alle urne alla guida di una coalizione politica comprendente anche il People’s
Liberation Front (JVP), una formazione nazionalista cingalese di estrema sinistra
fortemente avversa ai Tamil. In novembre Rajapakse formò il nuovo Esecutivo e
designò primo ministro Ratnasiri Wickramanayake, membro dello Sri Lanka Freedom
Party (SLFP), considerato un fautore della linea dura contro i ribelli delle LTTE.
Il maremoto che ha colpito gli Stati del sud-est asiatico il 26 dicembre 2004
LETTERATURA
Le opere più antiche in lingua singalese
di cui si abbia testimonianza risalgono al X sec.; di questa letteratura, di
carattere prettamente buddhista, si ricordano
Il Fiume di ambrosia di
Gurulugōmī (XII-XIII sec.) e
Il Triplice rifugio di un anonimo
del XII sec. Poema a sfondo religioso che si ispira alle cosiddette
“composizioni in stile ornato” è la
Storia di
Makhādeva (XII sec.), mentre tra le opere letterarie preziose si
segnala la
Gemma fra i poemi del sovrano Parākramabāhu (XIII
sec.). Tra il XIV e il XV sec. fiorirono, invece, poemi di tipo
sandeśa
(messaggi), aventi per tema un messaggero e legate alle composizioni
sanscrite. Tra le opere storiche spicca
La successione dei sovrani di un
anonimo del XVII sec. L'avvento di una letteratura moderna a carattere laico
risale al XIX sec. Pionieri del romanzo singalese furono L.I. de Silva, autore
del romanzo d'appendice
Le due famiglie (1866-83), e P. Sirisena, autore
de
Il matrimonio felice o Jayatissa e Rosalin (1904), nonché di
una serie di romanzi polizieschi. Nel XX sec. grandi romanzieri furono M.M.
Wickremasinghe (1890-1976) e E.R. Sarachchandra (1914-1996), mentre nel genere
del racconto emersero figure come H. Munidasa (1903-1957) e G.B. Senanayake
(1913-1985). In ambito poetico, quattro sono le correnti che si affermarono in
epoca moderna: i tradizionalisti (A. Rajakaruna, 1885-1957; G.H. Perera,
1896-1948; K.H. de Silva, 1907-1976), i puristi (M. Kumaratunga, 1887-1944; R.
Tennakoon, 1890-1964), i moderni (S. Palansooriya, 1910-1961; P.B. Alwis Perera,
1917-1966) e gli ultramoderni (G.B. Senanayake, 1913-1985; G. Amarasekera, n.
1929; S. Gunasinghe, n. 1931). Non si può, invece, parlare di una
tradizione teatrale singalese, anche se nel XIX sec. si affermarono una forma
rudimentale di teatro (il
nādagam) e un genere di operetta
(
nūrtiya) ispirata al teatro musicale dei
Parsi.